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L'Italia del Nord-Ovest rappresenta un’area strategica per l’accesso ai mercati europei attraverso i valichi alpini. Tuttavia, la rete infrastrutturale che collega questa area con il resto d’Europa è oggi seriamente compromessa da una serie di criticità, che includono chiusure parziali o totali di importanti valichi e tunnel.
Le principali infrastrutture coinvolte comprendono il traforo del Monte Bianco, la linea ferroviaria del Frejus (Corridoio Mediterraneo), il Terzo Valico ferroviario dei Giovi (Corridoio Reno-Alpi), il traforo del Gran San Bernardo e il tunnel stradale del Tenda. Queste strutture sono fondamentali per garantire il transito delle merci italiane verso i mercati europei, ma la loro attuale inadeguatezza o chiusura ha già causato e continua a causare gravi impatti sull'economia regionale (Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta) e nazionale.
La linea del Frejus, chiusa da agosto 2023 a causa di una frana, non riaprirà prima del 2025. Questo ha aumentato la dipendenza dal traffico stradale, con conseguenti impatti negativi sulla sostenibilità ambientale e sulla logistica. I lavori per il raddoppio del Tunnel del Tenda sono stati rallentati da problemi geologici, e la riapertura è prevista per il 2025. L'infrastruttura del Monte Bianco è attualmente soggetta ad una manutenzione straordinaria, con chiusure di tre mesi all’anno per i prossimi 18 anni. La mancanza di una seconda canna per il traffico – caso unico tra i valichi alpini – rende impossibile garantire la continuità della mobilità di persone e merci. Il traffico, soprattutto quello pesante, viene dirottato su percorsi alternativi, come il traforo del Frejus, con conseguente congestione e rallentamenti.
Confindustria, in stretta collaborazione con le proprie associazioni regionali di Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, ha redatto uno specifico documento nel quale, dopo un’analisi sui rischi e gli impatti legati alla fragilità infrastrutturali dei valichi alpini (in particolare sull’economia del Nord-Ovest), ha individuato specifiche proposte di intervento.
In particolare, il Sistema confindustriale ha indicato la necessità di i) un intervento urgente per riaprire la linea ferroviaria del Frejus, riducendo la pressione sul traffico stradale e l'impatto ambientale ii) il completamento dei lavori di raddoppio del Tunnel del Tenda ii) il miglioramento della gestione dei flussi doganali al Gran San Bernardo, in considerazione dell’aumento del traffico dirottato a seguito della chiusura del Monte Bianco iv) la costruzione di una seconda canna del Monte Bianco, quale opera essenziale e non più rinviabile per migliorarne l’efficienza operativa, garantendo una maggiore fluidità del traffico senza aumentare la capacità complessiva di traffico. La nuova canna permetterebbe, peraltro, di effettuare interventi di manutenzione senza interruzioni e di incrementare significativamente i livelli di sicurezza.
Il documento contiene altresì un focus specifico sul Monte Bianco dove le chiusure programmate fino al 2042, unite all’aumento del traffico dirottato verso altri valichi, hanno aggravato la già precaria situazione infrastrutturale dell’intera area. Il Centro Studi di Confindustria ha stimato che i 72 mesi di blocco della circolazione nell'arco di 18 anni provocheranno un calo del PIL del 9,8% in Valle d’Aosta e del 5,4% nell’intero Nord-Ovest, con una perdita economica totale di 11 miliardi di euro.
Il documento è stato inviato alle Segreterie dei Ministri Salvini e Tajani, con la richiesta di istituzione di un tavolo di lavoro ad hoc, che preveda anche il coinvolgimento delle Istituzioni francesi e di quelle europee.