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La crisi Covid-19 ci ha privato di molti luoghi tra cui la scuola che, improvvisamente, è diventato un luogo invisibile per milioni di studenti, genitori, educatori.
Così il Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli, inizia la lettera pubblicata dal Sole 24 Ore in cui sottolinea come questa situazione può essere l'occasione per riflettere sul futuro dell'insegnamento e sull'educazione.
Il Vice Presidente sottolinea che, senza togliere nulla agli insegnamenti in presenza che restano fondamentali, insegnare e apprendere con questa nuova modalità apre nuove frontiere all'intelligenza e accresce le potenzialità dei nostri giovani nell'uso delle tecnologie digitali.
La scuola del futuro è allora una scuola in cui la DAD, didattica a distanza evoluta, attiva percorsi di apprendimento personalizzati, che valorizzino le attitudini dei giovani e accompagnino il loro talento.
Una scuola in cui ridefinire radicalmente spazi e curriculum, puntando anche sulle competenze non cognitive - empatia, pro attività, creatività - che saranno fondamentali in un mondo in cui le macchine avranno bisogno di più, e non di meno, di umanità, che è, certamente, intelligenza ma anche e soprattutto coscienza di sé, degli altri e del mondo e dominio dei propri sentimenti.
La scuola di oggi non può essere un'isola. Deve essere un grande laboratorio per imparare a conoscere e a conoscersi. Dobbiamo avere una scuola e un'Università eccellenti e dobbiamo anche avere, con la medesima qualità e dignità, percorsi professionalizzanti di altissimo livello. Per questo il Vice Presidente pensa che la scuola debba contaminarsi anche con le eccellenze economiche e produttive dei territori.